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'La percezione ripetibile' di Paolo Levi

Quando un artista confida che il suo operare ha avuto inizio nella prima giovinezza, si deve comprendere quanto questa dichiarazione sottolinei gli effetti positivi di una lunga crescita professionale e spirituale. Nel caso di Silvia Pisani, pittrice in costante sfida nei confronti delle proprie potenzialità creative, la figura umana, da cui era partita inizialmente, si è dissolta lentamente lungo i tempi della sua maturazione.
Portatrice di pathos attraverso il colore, Silvia Pisani ha condotto la sua energia visiva agli approdi dell'espressività informale. Nei suoi anni di ricerca linguistica, si è sempre mossa in una ricerca che si poneva fuori del tempo e della contingenza, interrogandosi in modo solitario sull'inconoscibile, esprimendosi con estroversa saggezza per scandagliare e rivelare la sua personale interpretazione del caos primigenio, facendone l'oggetto per mezzo del quale ha elaborato i tasselli essenziali e le sintesi visive delle sue tele. L'istintualità di questa pittrice non vuole essere portatrice di un messaggio irrazionale, ma piuttosto la testimonianza di un equilibrio tra la sua ragione, che controlla e guida con sapienza i moti dell'animo, e l'essenza vibratile di un magma poetico che si agita nel suo profondo. Non a caso le sue opere nascono dall'ascolto della musica.
Il suo modo di comporre viene stabilito sulla base di una consapevolezza della fuga del tempo, e quindi con la coscienza che ogni attimo è irripetibile, che la bellezza della vita si rinnova continuamente nell'emozione di un nuovo giorno, e nella riscoperta quotidiana del colore. Ogni suo quadro è dunque una tappa autobiografica, la testimonianza di uno spirito attivo alla ricerca di verità ineffabili e indicibili.
Ma tutto questo non potrebbe esprimersi e completarsi senza un fermo senso della composizione cromatica e della qualità tecnica del segno. La sapienza con cui Silvia Pisani controlla la sua materia pittorica si basa su un inizio meditato e quindi sulla premeditazione degli equilibri formali e visivi che vuole raggiungere, dove, per esempio, le forme coniche definiscono la sua idea di infinito. Di grande interesse, poi, dal punto di vista della lettura compositiva, sono i suoi cicli di tele che, accostate fra loro, possono formare una nuova opera: il dato insolito sta nella possibilità di ottenere nuovi effetti d'insieme ruotando le tele e ravvicinandole su lati diversi. Queste proiezioni informali sulla tela esprimono dunque una ricerca di alta scuola, che non ha nulla da spartire con la fredda sperimentazione.
In verità, i messaggi che questi dipinti emanano sono le illuminazioni di un'anima estatica e stupita che si trasfigurano in materia e colore. Si tratta soprattutto di dialoghi silenziosi fra pochi colori che riflettono, si direbbe, una certa tendenza alla monocromia, per altro abbandonata, forse con un poco di sofferenza, a vantaggio del contrappunto tonale.
Lei stessa racconta quanto sia importante l'aiuto che le ha dato la danza: seguendo il ritmo musicale si ritrova e si riconosce, riuscendo a trasferire l'armonia coreutica sui tratti della sua spatola. Una sorta di sublimazione o di ritualità religiosa dunque, quella che la trasporta emotivamente dall'ascolto della musica, al movimento del corpo, fino al confronto con la tela, dove tutto questo complesso impasto emotivo diventa colore, materia e immanenza di forze magmatiche.
Se l'evoluzione spirituale di Silvia Pisani determina le tappe della sua ricerca creativa, in parallelo anche i colori subiscono una curiosa mutazione. Certi quadri infatti complicano e confondono i dati abituali della percezione visiva: a volte sono fosforescenze che trasmettono luce nel buio, a volte il sole sembra apparire di notte, o al contrario è la luna a dare il senso luminoso del giorno.
Ognuna di queste composizioni è una pagina autobiografica, il diario intimo di una riconoscimento di sé, e la rivelazione, per chi guarda, di frammenti di un universo soggettivo e trascendente. Lavori di notevole espressività informale, avvertono attraverso i segnali simbolici dell'inconscio quanto l'autrice sia consapevole del suo lavoro creativo.
Musica, danza, gioco di immissione del colore sulla tela si fondono in un'emozione significativa e univoca.