Quando un artista confida che il suo operare ha avuto inizio nella prima giovinezza, si deve comprendere quanto questa dichiarazione sottolinei gli effetti positivi di una lunga crescita professionale e spirituale. Nel caso di Silvia Pisani, pittrice in costante sfida nei confronti delle proprie potenzialità creative, la figura umana, da cui era partita inizialmente, si è dissolta lentamente lungo i tempi della sua maturazione.
Portatrice di pathos attraverso il colore, Silvia Pisani ha condotto la sua energia visiva agli approdi dell'espressività informale. Nei suoi anni di ricerca linguistica, si è sempre mossa in una ricerca che si poneva fuori del tempo e della contingenza, interrogandosi in modo solitario sull'inconoscibile, esprimendosi con estroversa saggezza per scandagliare e rivelare la sua personale interpretazione del caos primigenio, facendone l'oggetto per mezzo del quale ha elaborato i tasselli essenziali e le sintesi visive delle sue tele. L'istintualità di questa pittrice non vuole essere portatrice di un messaggio irrazionale, ma piuttosto la testimonianza di un equilibrio tra la sua ragione, che controlla e guida con sapienza i moti dell'animo, e l'essenza vibratile di un magma poetico che si agita nel suo profondo. Non a caso le sue opere nascono dall'ascolto della musica.
Il suo modo di comporre viene stabilito sulla base di una consapevolezza della fuga del tempo, e quindi con la coscienza che ogni attimo è irripetibile, che la bellezza della vita si rinnova continuamente nell'emozione di un nuovo giorno, e nella riscoperta quotidiana del colore. Ogni suo quadro è dunque una tappa autobiografica, la testimonianza di uno spirito attivo alla ricerca di verità ineffabili e indicibili.
Ma tutto questo non potrebbe esprimersi e completarsi senza un fermo senso della composizione cromatica e della qualità tecnica del segno. La sapienza con cui Silvia Pisani controlla la sua materia pittorica si basa su un inizio meditato e quindi sulla premeditazione degli equilibri formali e visivi che vuole raggiungere, dove, per esempio, le forme coniche definiscono la sua idea di infinito. Di grande interesse, poi, dal punto di vista della lettura compositiva, sono i suoi cicli di tele che, accostate fra loro, possono formare una nuova opera: il dato insolito sta nella possibilità di ottenere nuovi effetti d'insieme ruotando le tele e ravvicinandole su lati diversi. Queste proiezioni informali sulla tela esprimono dunque una ricerca di alta scuola, che non ha nulla da spartire con la fredda sperimentazione.
In verità, i messaggi che questi dipinti emanano sono le illuminazioni di un'anima estatica e stupita che si trasfigurano in materia e colore. Si tratta soprattutto di dialoghi silenziosi fra pochi colori che riflettono, si direbbe, una certa tendenza alla monocromia, per altro abbandonata, forse con un poco di sofferenza, a vantaggio del contrappunto tonale.
Lei stessa racconta quanto sia importante l'aiuto che le ha dato la danza: seguendo il ritmo musicale si ritrova e si riconosce, riuscendo a trasferire l'armonia coreutica sui tratti della sua spatola. Una sorta di sublimazione o di ritualità religiosa dunque, quella che la trasporta emotivamente dall'ascolto della musica, al movimento del corpo, fino al confronto con la tela, dove tutto questo complesso impasto emotivo diventa colore, materia e immanenza di forze magmatiche.
Se l'evoluzione spirituale di Silvia Pisani determina le tappe della sua ricerca creativa, in parallelo anche i colori subiscono una curiosa mutazione. Certi quadri infatti complicano e confondono i dati abituali della percezione visiva: a volte sono fosforescenze che trasmettono luce nel buio, a volte il sole sembra apparire di notte, o al contrario è la luna a dare il senso luminoso del giorno.
Ognuna di queste composizioni è una pagina autobiografica, il diario intimo di una riconoscimento di sé, e la rivelazione, per chi guarda, di frammenti di un universo soggettivo e trascendente. Lavori di notevole espressività informale, avvertono attraverso i segnali simbolici dell'inconscio quanto l'autrice sia consapevole del suo lavoro creativo.
Musica, danza, gioco di immissione del colore sulla tela si fondono in un'emozione significativa e univoca.