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'Riti e ritmi della danza' di Antonello De Vita

Come una matrice di impulsi mai esauriti, l'animo di Silvia Pisani afferra le emozioni tratte dalla coscienza del suo destino e le trasmuta in immagini, il cui esito viene plasmato dalle leggi di una 'nuova creazione'.
Le forme corporee, talvolta, si amplificano a dismisura, sottoponendosi non all'astratta alterazione del proprio principio, ma ad una sorta di 'anatomia soprasensibile' soggetta a spazi e dimensioni inusuali, evase dalla ferrea costrizione del mondo fisico.
Lo slancio, quando è tale - come inquietudine protratta - non anela all'Infinito, ma lo abbraccia afferrandolo in un movimento di simultaneità che è amplesso con se stesso. Quest'Infinito 'figurato' si ricongiunge all'Infinito a cui l'immagine stessa tende, in una danza di carattere sovrumano che è come una specie di estasi erotica ed estetica.
L'artista diviene così testimone della psiche cosmica e la celebra nelle fasi interne che scandiscono il ritmo delle sue figure oniriche, conferendo al tessuto irrazionale del sogno l'impronta della sua stessa individualità, confluita nei dipinti.
Le fiamme passionali che avviluppano l'animo della Pisani, si dipartono dallo spazio interiore per trovare il loro profondo senso nelle molteplici significazioni dei corpi animati. Essi rimandano a quel processo in cui il recondito dell'io si realizza, nell'immagine evidenziata,come centro di confluenza e di trasfigurazione dell'umano nel cosmico.
Inoltre, anche quando le forme non appaiono nel loro scaturire dinamico, il chiaroscuro, nato dall'anima del tratto, converge in un movimento latente che si rivela comunque principio di espansione e di metamorfosi.
Un ultimo accenno ci permette di ricordare che in questa pittura, tendente appunto alla iniziazione cosmica dei corpi rivisitati dall'immaginario della Pisani, l'effetto delle contrapposizioni si riconcilia perfino cromaticamente.
Avvicinati nella loro assoluta antitesi, i colori caldi, propri dell'elemento-fuoco, si rispecchiano in quelli ghiaccei, algidi, non creando i presupposti di un brutale contrasto, ma ricongiungendosi in una unità superiore che li armonizza oltre il loro opporsi. Pertanto, l'effetto di un'armonia non convenzionale, ma soprattutto di un'armonia non prevista, non scontata, unica ed irripetibile come il destino dell'artista che ha saputo e potuto raffigurarla, appartiene radicalmente al senso originario di questa dimensione pittorica.